Dopo la grande manifestazione dei lavoratori nel parco di Gradisca, che non ha potuto non tener conto negli interventi ufficiali del difficile periodo che il mondo del lavoro, ma un po’ le famiglie tutte stanno attraversando, un buon numero di persone si è ritrovato nel duomo cittadino per partecipare alla Messa solenne celebrata dall’Arcivescovo e concelebrata da alcuni sacerdoti.
Nella sua breve ma profonda omelia, che ha subito precisato lo stesso arcivescovo sarebbe stata sintetica, il presule ha subito espresso il pensiero che la festa di oggi non poteva non farci soffermare anche “sulla dimensione religiosa che il lavoro porta con sé e che alle tante parole e pensieri già ascoltati, non poteva mancare una parola del vescovo sul lavoro, sui lavoratori e su quelli che lavoro non hanno.”
Riguardo il lavoro mons. De Antoni ha sottolineato come oggi ci troviamo “nel pieno della crisi economica e finanziaria e come sia necessario ancora ribadire che vada sostenuto il principio del primato del lavoro, senza questo primato dell’uomo sul capitale non si esce da questa situazione”.
Riguardo i lavoratori l’arcivescovo ha detto che essi devono avere presente, sulla linea di San Giuseppe lavoratore, che il loro lavora risponde al disegno divino. L’Uomo creato a immagine e somiglianza di Dio ha ricevuto il mandato di coltivare, lavorare, governare la terra. E va ricordato che ogni lavoro è degno dell’uomo”.
“E’ doveroso altresì ricordare - ha continuato il celebrante - che tutti gli uomini e le donne devono avere accesso al lavoro per procurare il sostentamento alle loro famiglie”. E questo vale soprattutto per i giovani che senza lavoro non possono pensare al futuro, a fare una famiglia, a mettere al mondo dei figli.” Richiamando l’esperienza e l’impegno della diocesi di Gorizia mons. Dino ha detto che “per chi ha perso il lavoro ci si é adoperati come comunità cristiana con il fondo di solidarietà, con il microcredito, con gli aiuti diretti alle famiglie, le quali sono state ben 240.”
Ma un pensiero il vescovo ha voluto riservarlo anche “ai lavoratori che hanno perso la vita nel lavoro o hanno visto compromessa la loro salute. Domani - ha poi detto - si aprirà il processo per i morti a causa dell’amianto. Ci auguriamo che sia riconosciuto alle famiglie e ai congiunti il diritto ad un legittimo risarcimento.” L’omelia si è poi conclusa invocando la protezione di San Giuseppe sui lavoratori e sul mondo del lavoro.
Al termine della Messa una preghiera comune ha ricordato l’anniversario della Beatificazione del Papa Giovanni Paolo II, a tutti gli effetti inserito nella festa, lui che forgiò la sua vocazione proprio nel mondo operaio in cui era inserito come studente-lavoratore. Un gesto di carità, nei confronti di un micro progetto alimentare ed educativo nei sobborghi di Lima in Perù, al quale molti hanno risposto ha dato un ultimo bel segno alla preziosa celebrazione.
In mattinata i sacri bronzi del Duomo hanno risuonato a lungo a festa ad opera del locale gruppo giovanile degli scampanotadors, intervento che avvolto delle note gioiose della celebrazione tutto il centro storico di Gradisca.